Milan Eržen ritiene che la sua squadra sia migliore delle altre in rapporto al budget che ha a disposizione e quanto a risultati ottenuti. Una dichiarazione molto interessante, perché riguarda un tema caldo negli ultimi anni, quello dell’importanza della disponibilità economica nel mondo del ciclismo, che consente ad alcune squadre di ottenere grandi risultati, non solo acquistando grandi campioni, ma anche usufruendo di metodi scientifici avanzati. Anche a causa di queste restrizioni, il direttore Bahrain Victorious ha spiegato di non aver potuto trattenere Mikel Landa.
Lo scalatore basco si è infatti dovuto trasferire alla Soudal-QuickStep, lasciando un vuoto nella rosa del team bahreinita, che perde un importante uomo da corse a tappe. “Abbiamo parlato con Mikel nel gennaio 2023 e lui sapeva che il budget a nostra disposizione era limitato – spiega in proposito a GCN -Questo è stato il motivo per cui non è stato possibile tenerlo. Ha disputato una stagione davvero straordinaria e ha ancora un enorme potenziale per fare classifica nei Grandi Giri in futuro. È un ragazzo e un corridore fortissimo, ma questo è il mondo del ciclismo. A volte si perde qualcosa e a volte si ottiene qualcosa”.
Di contro, il team che fu creato attorno a Vincenzo Nibali non ha ingaggiato nessun corridore proveniente da formazioni World Tour per il 2024, rafforzando invece la sua rosa con atleti under 23 come l’italiano Alberto Bruttomesso e il britannico Finlay Pickering oppure atleti già professionisti in seconda divisione, come il 28enne norvegese Torstein Træen proveniente Uno-X Pro Cycling Team. Eržen vuole far crescere talenti emergenti e ingaggiare corridori dalla squadra di sviluppo che non sono stati individuati dalle WorldTour più importanti: “Credo che abbiamo creato uno dei migliori gruppi di lavoro degli ultimi anni. Se guardo a come abbiamo iniziato nel 2017 e a quello che stiamo facendo ora, è davvero incredibile quello che stiamo realizzando in termini di equipaggiamento e allenamento. Penso che abbiamo una squadra davvero buona per il futuro, con ragazzi giovani”.
Partendo dal presupposto che “le squadre più ricche hanno più possibilità di ingaggiare i corridori giovani migliori”, il manager sloveno e i suoi più stretti collaboratori devono essere quindi creativi per colmare il divario con le squadre più ricche. Per loro quindi diventa “una sfida lavorare con ragazzi che non hanno vinto grandi corse nelle categorie giovanili” con l’obiettivo di “adottare un approccio diverso e portarli a un livello superiore”
Questo porta conseguenze ovviamente anche nelle tattiche di gara, che comunque hanno stanno dando buoni frutti, come dimostrano le diverse vittorie di tappa nei Grandi Giri, come quella di Buitrago alle Tre Cime di Lavaredo. Il deus ex machina del team che quest’anno veste di bianco ha le idee chiare: “Il nostro modo di gareggiare è stato lo stesso negli ultimi due anni. Dobbiamo stare lontani dai primi tre o quattro del mondo, perché se sono presenti loro alle gare sai già che sarà difficile vincere. A quel punto si può solo lottare per il podio, ma credo che in passato abbiamo trovato delle tattiche molto valide che dimostrano che possiamo vincere le gare in modi diversi”.
Proprio partendo da questa filosofia, ha costruito una struttura che, secondo lui, permetterà alla squadra di superare le difficoltà future: “Seguiremo questo modo di correre anche in futuro. Non è sempre una questione di soldi, ma si può investire in modi diversi con il personale e la formazione, i quali possono migliorare le prestazioni. A volte dico che siamo migliori degli altri perché, se confrontiamo il nostro budget e i risultati, siamo il miglior investimento nel ciclismo”.
Fondamentale in questo processo anche l’approccio ai giovani, con la creazione sempre più definita di una formazione development (la scelta è ricaduta sul CT Friuli Victorious): “La nostra strada è creare corridori a partire dai giovani che hanno due o tre anni per imparare. Vogliamo creare un serbatoio partendo dal nostro team di sviluppo, in modo che in uno o due anni avremo uno o due corridori veramente bravi provenienti dal settore giovanile. Diamo ai ragazzi lo stesso materiale e gli stessi allenatori delle squadre WorldTour”.
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